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Eckhart di Hochheim.

(o Eckart). Pensatore tedesco. Discendente da una famiglia nobile, entrò nell'Ordine domenicano in cui percorse una brillante carriera. Fu dapprima nominato vicario di Turingia, poi di Sassonia, quindi vicario generale di Boemia. Insegnò inoltre a Roma, Parigi, Strasburgo e Colonia. Massimo rappresentante del misticismo speculativo del XIV sec. fu grande conoscitore della dottrina di Aristotele e delle opere di Tommaso d'Aquino e di Alberto Magno, ma trasse ispirazione soprattutto dal neoplatonismo di Proclo. Secondo la concezione mistica di E., Dio è al di là di tutte le determinazioni, puro di ogni forma di essere e, in quanto tale, radice e principio di tutto l'essere. Egli è l'unità assoluta; tutto ciò che da lui deriva continua a vivere in lui. In Dio vive anche l'anima dell'uomo che, di per se stessa, non ha alcun valore, per cui anche l'uomo, considerato nella sua separazione, è nulla, e in ciò consiste il suo destino di peccato e di dolore. L'unione dell'anima con Dio è garantita dalla fondamentale unità e totalità di Dio che tutto abbraccia. Dio vive nella ricerca che l'uomo fa di lui e solo l'identità dell'oggetto della ricerca e del soggetto ricercante garantisce la vita della fede. Così in E. Dio e l'esperienza interiore del divino si saldano. Poco dopo la morte di E. alcune sue proposizioni furono condannate dalla Chiesa. La dottrina eckartiana ebbe una notevole influenza sulle correnti panteistiche (Hochkeim, presso Gotha 1260 circa - Colonia 1327).